Esistono delle restrizioni ben chiare e precise,( legge 5.709/ 1971) per cio' che riguarda gli acquisti/investimenti di terreno effetuati da persone fisiche o giuridiche straniere residenti in Brasile, in questo post di Radiobrasile voglio argomentare una tematica che rimbalza in modo frequente tra gli investitori e societa' che orbitano intorno all'economia del Brasile; acquisto di immobili e terreni oramai da tempo rappresentano opportunita' interessanti da inserire nel portafoglio di potenziali investitori stranieri, il governo ha espressamente stabilito la possibilita' di entrare in questo mercato ma attuando delle restrizioni che in qualche modo possano tutelare il paese e mantenendo un controllo generale che definirei strategico il quale consente di acquisire una posizione di controllo e di prevenzione rispetto a quelle che possono essere acquisizioni importanti di grossi gruppi stranieri, il messaggio che arriva dal planalto e' chiaro: " Comprate senza problemi, ma quanto e come vi diciamo noi". Oggi uno straniero con residenza in Brasile, puo' acquisire fino ad un massimo di 50 unita'di proprieta' rurali detti " Modulos Rurais", con la supervisione dell' INCRA se l'acquisto va da 3 a 20 moduli, e' necessaria la presentazione di un progetto che raffiguri un piano di sviluppo applicabile su quel terreno, coinvolgendo l'interesse nazionale, questo nel caso i moduli siano maggiori di 20. Le restrizioni continuano dicendo che nel limite dei 5 mila ettari di proprieta' immobile rurale, la quota di appartenenza di investitori stranieri non puo' oltrepassare il 25%% della superficie totale appartenente al municipio in cui e' localizzata la proprieta' rurale, inoltre non e' possibile che investitori stranieri uniti in cordata d'acquisto possiedano piu' del 10% della superficie del municipio in cui si trova la fazenda. Come noto i terreni in Brasile hanno sempre fatto gola ai grossi gruppi, in un contesto di crescita economica come quella che il brasile sta attraversando da 20 anni, comprare terreno significa investire nel futuro, questo il governo lo sa bene e mantiene sempre alto il livello di attenzione disciplinando gli investitori obbligandoli a creare progetti mirati a sviluppare l'economia del paese evitando la formazione di attivita' malsane( riciclaggio di denaro ecc.) e piratesche speculazioni . In passato le ambiguita' piu' marcate si delineavano nella proprieta' dei terreni da parte di aziende brasiliane con sede amministrativa in territorio nazionale il cui controllo era effetuato da parte di societa' straniere partecipando con capitali a quelle brasiliane, le aziende erano effettivamente con sede in Brasile , ma senza detenerne il controllo e le decisioni operative, a scanso di equivoci, il governo brasiliano a sempre piu' fissato dei paletti nel corso degli anni, ribadendo il concetto che l'entrata da parte di investitori stranieri deve essere regolamentata , preservando l'interesse nazionale, in particolar modo questo accadde con l'introduzione dell' AGU/2008 un organo controllore della salvaguardia degli stati (UNIAO). Attualmente sono in discussione da parte del governo del brasile nuovi limiti nei confronti degli investitori stranieri, la carta stampata verde oro riporta fedelmente( come cita la fonte Diario de Cuiaba') la volonta' del governo, che non e' quella di bloccare le entrate di capitali internazionali ma bensi' quella di creare uno strumento di supervisione , consentendo all' investitore di creare una golden share a favore del governo diventando a tutti gli effetti un socio degli investitori stranieri , acquisendo poteri decisionali e di controllo dei terreni agricoli.
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Arrivederci .
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